Ideali e azioni per la collettività

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Questo blog ha la funzione di portare all’attenzione di tutti coloro che vogliono spendersi per una Capo d’Orlando più libera, vivibile e all’insegna del pluralismo, fatti azioni e proposte concrete per far si che questa terra possa sfruttare al meglio tutte le potenzialità che una natura generosa gli ha riservato.

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comunicazione dopo l’emergenza Coronavirus?

Una crisi senza precedenti, un’emergenza sanitaria che probabilmente lascerà delle cicatrici profonde nelle nostre vite e nell’immaginario delle generazioni che l’hanno vissuta. Da momenti difficili come questi potremo però trarne insegnamenti di vita straordinari e non solo. Al tempo del Coronavirus tutto è mutato: la socialità, le abitudini, i consumi, il nostro rapporto con il lavoro e con le tecnologie.

In un contesto di “clausura” come quello che viviamo oggi, in cui (quasi) tutto chiude, la Comunicazione – quella del Governo, della politica, delle aziende, quella espressione della comunità – non si ferma, anzi si evolve, si adatta alla crisi, cambia. Soprattutto cambia tono. Al silenzio delle strade si contrappongono dunque le mille voci di uno scenario comunicativo multiforme frutto delle reazioni a quella che già molti hanno definito la prima pandemia nell’era della disintermediazione.

Verità e falsità si confondono infatti sotto una pioggia di informazioni difficili da verificare, fake news si diffondono come virus ‒ secondo veri e propri schemi epidemiologici ‒ su web, social media e catene di messaggi su WhatsApp, determinando psicosi e situazioni di grande criticità. È questo il contesto in cui la comunicazione istituzionale, quella politica e delle imprese prende corpo, non senza errori ma anche con molte intuizioni interessanti.

I Progetti nascono dalle idee di affrontare problemi reali con iniziative attive ed atteggiamento positivo - proattivo - collaborativo.

Indipendenti per scelta, da sempre - senza scopi di lucro . . .

L’Italia ha bisogno di cittadini attivi, responsabili e solidali.

Da soli non ci si salva !!  

Se sei genitore o insegnante ! ! . . . .

Dopo un pò di assenza per motivi di poca collaborazione sociale fattiva.

Mettiamo una pietra sopra è cerchiamo di riprendere le facilitazioni divulgate e nuovi contenuti che metteremo a disposizione: iniziamo dall’educazione civica.

Obiettivo quello di condurre genitori insegnanti e bambini a conoscersi  :

esprimere in prima persona i propri vissuti e le emozioni, aumentare la consapevolezza delle proprie risorse,

Cosa sogniamo di fare in questo luogo?
Come possiamo abitare con gli altri,
esplorare la diversità e
prenderci cura degli spazi – non solo fisici – della scuola?

muovendosi nello spazio e prestando attenzione ai movimenti dell’altro. Sguardo, respiro, energia, pur evitando il ‘contatto’. Obiettivo? Sperimentare come nello spazio abito insieme a altri e imparo che anche la distanza diventa un modo per essere vicini, in relazione. 

I Progetti nascono dalle idee di affrontare problemi reali con iniziative attive ed atteggiamento positivo - proattivo - collaborativo.

Indipendenti per scelta, da sempre - senza scopi di lucro . . .

 

L’Italia ha bisogno di cittadini attivi, responsabili e solidali.

Da soli non ci si salva !!  
Ogni scelta modella la nostra vita.
Diventiamo consapevoli delle nostre scelte.
Con il buonsenso possiamo costruire le condizione per condivisione e meritocrazia.      
 Accelerare l’innovazione e sviluppare Il buon senso di reciprocità . .
Cerchiamo volonterosi per costruire un pezzo di mondo migliore, una piccola Comunità impegnata ad inventare nuovi modi di pensare, abitare e vivere, aprirsi al lavoro produttivo.
Hai idee e progetti da proporre ? 
Aiutiamoci a farli partire ! . . .
Creare una squadra di persone curiose, creative ed intraprendenti che prima di tutto vogliono scoprire il mondo e fornire le migliori risposte ai problemi che incontrano.
E’ IL NOSTRO SOGNO ED OBIETTIVO ! ! ! . . .
CURIOSI - CREATIVI - INTRAPRENDENTIATTIVI NEL REALIZZARE
Svolgimento di più funzioni contemporaneamente. 
Puntiamo sul metodo Multitasking .
Dalle visioni alle strategie, dalle strategie ai progetti - alle realizzazioni.
Organizzazione no profit  per l’evoluzione sociale:
LOTTIAMO PER LA SOPRAVVIVENZA NON PER LA LOTTA DI CLASSE ! . . .
Se sei interessato/a a far parte della squadra  fine pagina trovi - lascia una risposta - scrivi i tuoi riferimenti - ti contatteremo.
Ci sono molte più persone di quanto si possa pensare generose, altruiste, che aspirano ad una vita in cui possano aiutare gli altri. L’Italia e gli italiani sono un popolo grande. C’è un’Italia che si conosce poco, che esiste e resiste. A questi ci rivolgiamo con particolare attenzione.

– tel. mobile 347-4629179  e-mail : comitato@trazzeramarina.it  www.trazzeramarina.it

 

Cosa s’intende per economia civile?

L’economia civile è intesa dagli organizzatori quale volano del cambiamento per costruire un modello di sviluppo che metta al centro le persone, il loro benessere, le loro relazioni, l’ambiente, dando forza e dignità, innanzitutto, alle comunità e a chi fa impresa con questi obiettivi. Fanno parte quindi dell’economia civile realtà quali cooperative di comunità, alcune imprese sociali e organizzazioni del Terzo settore ma anche organizzazioni private che sorgono con l’obiettivo di conciliare la sostenibilità degli aspetti economici con quelli sociali ed ambientali.
Per capire meglio il concetto, forse, è più semplice capire l’opposto, l’economia “incivile”, ossia quel modello di sviluppo economico che privilegia solo il profitto e la finanza, che talora licenzia delocalizzando in luoghi lontani e senza neppure informare preventivamente né i lavoratori, né il sindacato, utilizzando sempre più personale precario e saltuario, in cui a volte si continua a morire sul lavoro. Proprio come è successo a Luana a Prato, proprio come nel caso del licenziamento dei 422 operai della multinazionale Gkn di Campi Bisenzio; entrambi questi accadimenti sono stati ricordati ripetutamente nel corso del Festival di Campi Bisenzio.
L’economia “civile”, quella che invece mette al primo posto la “felicità” di persone e comunità, è possibile e ha un peso tutt’altro che marginale nel contesto italiano e toscano, in particolare. E se ne è voluto dare prova lasciando spazio ai racconti dei protagonisti delle numerose “pratiche” e testimonianze: oltre 40 diverse realtà che sono state presentate nei tre giorni di lavoro e con attenzione particolare al settore dell’agroalimentare, come nel caso del progetto Circolaryfood in cui le comunità locali si sono organizzate in 5 comuni per sviluppare solidarietà anche nelle filiere del cibo. Numerose le esperienze ricordate e connesse ai Patti di collaborazione sia nell’esperienza di Bologna, sia anche nei 43 comuni toscani che hanno adottato il Regolamento per l’Amministrazione condivisa dei beni comuni.

Fonte: labsus.it

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coinvolgimento diretto dei cittadini nei processi decisionali delle istituzioni. . .

Promuovere il coinvolgimento ‘attivo’ dei cittadini nei processi decisionali delle istituzioni attraverso l’attivazione di politiche appropriate, solo una parte esigua della popolazione europea partecipa direttamente insieme alle istituzioni (locali, nazionali, europee, etc.) ad iniziative volte alla cura dei Beni comuni, intesi nel senso più ampio del termine.

Un ruolo determinante nello sviluppo del fenomeno della cittadinanza attiva sembra essere svolto dal capitale sociale. Infatti, reti di relazioni interpersonali caratterizzate da fiducia reciproca e impegno sociale rappresentano un presupposto importante affinché un cittadino possa essere definito “attivo”, in quanto segnalano in modo inequivocabile una forte appartenenza ad una comunità o società. Con questi argomenti vogliamo sollecitare una seria riflessione su quali politiche possano considerarsi adeguate per promuovere e rafforzare il fenomeno della cittadinanza attiva.

Relazione tra il contesto comunitario in cui i ragazzi vivono ed il loro rendimento scolastico. Migliore il contesto, maggiore la coesione all’interno della comunità, migliore il rendimento scolastico degli studenti ma anche minore il tasso di violenza e criminalità, maggiore l’impegno civico e maggiore la fiducia nelle istituzioni. Quando una comunità è coesa, il senso civico è parte del vissuto ed è praticato non soltanto perché una legge lo prescrive.
Tuttavia, solo a partire dagli anni 80 del secolo scorso il concetto di capitale sociale ha ricevuto una crescente attenzione da parte di sociologi, economisti, statistici e politologi.

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La coprogettazione è cruciale per il successo dei Patti . . .

Oggi chiunque decida di impegnarsi in politica lo fa nel nome del cambiamento. Cambiare le regole del gioco perché ormai logore e superate, cambiare norme e leggi per rispondere ai bisogni di tutti, cambiare per rimuovere le disuguaglianze e via dicendo… Se proprio c’è qualcosa che accomuna ogni forza politica, locale o nazionale, di ispirazione civica o di più tradizionale forma partitica, è la parola cambiamento. Peccato però che, in questo modo, se ne perda il senso e la discontinuità diventa solo uno sterile ritornello utile a sminuire le responsabilità di ognuno. Ma cercare in questo modo facili consensi è miope oltre che pericoloso perché la disillusione del cambiamento oggi genera rabbia che, sempre più spesso, si manifesta attraverso la violenza.

Creatività e immaginazione

Eppure, esperienze capaci di produrre un reale cambiamento sociale nel nostro Paese non mancano. Sono rappresentate da quelle persone che hanno deciso di spendere parte del loro tempo per la cura dei beni comuni, che cercano di tradurre quella tutela dell’interesse generale che ispira la nostra Costituzione in quotidiano impegno nei propri quartieri, nelle periferie così come nel centro, per restituire alle comunità un bene confiscato o per rendere fruibile parte di quel patrimonio culturale di cui il nostro Paese è ricco. Gianni Rodari diceva che per cambiare la società «occorrono uomini creativi, che sappiano usare la loro immaginazione». Ecco, il tratto distintivo delle storie che caratterizzano oggi i Patti di collaborazione è la creatività! Intesa come esito dell’agire collettivo, come amplificatore dell’idea di una singola persona. Cosa ha a che fare il Patto di collaborazione, un atto pur sempre di natura amministrativa, con l’immaginazione? Un Patto è il tentativo riuscito di piegare la retorica del cambiamento al quotidiano lavoro di cura in grado di cambiare la realtà per davvero attraverso un sistema di regole e principi, il Regolamento per l’Amministrazione condivisa, capace di liberare le energie presenti nelle nostre comunità senza derogare ai principi generali di trasparenza, imparzialità, efficienza, efficacia che governano l’azione della pubblica amministrazione.

I Patti educativi di comunità

Le scuole sono protagoniste di sempre più numerosi Patti di collaborazione. Grazie a dirigenti scolastici e cittadini coraggiosi, sta crescendo un modello alternativo che non sminuisce l’importanza dell’istruzione come bene pubblico, ma ne allarga i confini attraverso l’apertura della scuola alla collaborazione con i cittadini della comunità scolastica e territoriale, che ne condividono così i doveri e la responsabilità. La scuola, oltre che servizio pubblico diventa così un bene comune che tutta la comunità è chiamata a sostenere. Non a caso l’art.34 della Costituzione recita «La scuola è aperta a tutti», e questa affermazione già di per sé rappresenta un valore e fa la differenza.
Il tempo della pandemia ha stravolto la quotidianità di allievi e studenti, insegnanti e genitori. La risposta delle istituzioni è stata quella di promuovere i Patti educativi di comunità attraverso le linee guida per l’Anno Scolastico 2021, strumenti operativi nati per favorire alleanze tra Scuole, Enti Locali, Istituzioni pubbliche e private, enti del Terzo Settore ma anche singoli cittadini, sulla base del principio di sussidiarietà orizzontale. INDIRE e Labsus hanno siglato un protocollo di Intesa con l’obiettivo di costituire un Osservatorio nazionale sui Patti educativi di comunità per tracciare una prima geografia di attori ed esperienze che, a livello locale, costituiscono la comunità educante ma anche favorire quel sistema di relazioni e alleanze su cui impostare Patti educativi di comunità capaci di promuovere risorse e progettualità in contesti collaborativi che rendano la Scuola, oltre che un servizio pubblico, un bene comune.
E allora quel cambiamento reale, concreto che i Patti di Collaborazione alimentano sta innanzitutto in una consapevolezza che per tanti cittadini attivi è quasi un manifesto politico: «Nessuno può farcela da solo».

Fonte : LABSUS di Pasquale Bonasora

a Scuola – a casa – in rete – in presenza . . .

Fonte: PAROLE O STILI

Parole O_Stili è un progetto di sensibilizzazione sull’uso responsabile del linguaggio.

Cari Dirigenti e cari insegnanti,
sono Rosy Russo, presidente dell’Associazione Parole O_Stili, che come sapete, ha l’obiettivo di contrastare i linguaggi d’odio e di accompagnare adulti e ragazzi nella “nuova stanza” della nostra vita che è il digitale.
Oggi ho il piacere di presentarvi la nostra proposta formativa per l’ A.S. 2021-2022.
È rivolta a voi, ma anche a genitori e studenti delle scuole di ogni ordine e grado e ha come riferimento i principi e i valori del Manifesto della comunicazione non ostile.
Spazia dal nostro progetto di Educazione Civica, a workshop di approfondimento sull’uso degli strumenti digitali fino ad attività legate a temi come cyberbullismo, fake news e sostenibilità… Un percorso semplice e concreto per affrontare con passione e competenza le tante sfide della comunicazione dentro e fuori la
rete. Sfide che siamo chiamati ad affrontare per e con i nostri ragazzi.
Spero che questi materiali siano l’occasione per incrociare le nostre strade.
Buonissimo lavoro,

Rosy RUSSO

Collegati a questo link :  https://paroleostili.it/wp-content/uploads/2021/06/Proposta-Formativa_Parole-O_Stili_AS2021_22-compresso.pdf?utm_source=Newsletter&utm_campaign=858630a5e8-EMAIL_CAMPAIGN_2020_04_20_09_57_COPY_01&utm_medium=email&utm_term=0_100c4c659a-858630a5e8-225983622

Fare squadra –  perché pensiamo che sia l’unico modo per crescere insieme, muovendosi su asset quali quello dell’esperienza, della competenza e del territorio.da ogni crisi, nasce un’opportunità”, siamo alla ricerca di un modo nuovo che ci permetta di raggiungere gli obiettivi.

l progetti nascono dalle idee di affrontare problemi reali con iniziative attive ed atteggiamento positivo - proattivo - collaborativo.

 

 

 

 

 

L’Italia ha bisogno di cittadini attivi, responsabili e solidali.
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Come fare comunità?

Suggerimenti di metodo per una “partecipazione autentica”

Una narrazione polifonica per una società diversificata

Qual è il primo passo per attivare questo percorso? Si parte dalla narrazione polifonica che mette al centro i vissuti delle persone e le loro emozioni legate alle esperienze, evitando con cura di partire dalla richiesta di opinioni come invece siamo abituati a fare attraverso i sondaggi d’opinione. La condivisione del racconto riunisce quindi più voci diverse ed è generatrice di un senso comunitario basato sul protagonismo di chi partecipa al dialogo. Il solo fatto di raccontare la complessità con ricchezza di dettagli sospende il giudizio e permette l’ascolto in un setting accogliente, evitando il semplice schieramento tra opposti: giusto/sbagliato, ragione/torto, vero/falso, amico/nemico. Attraverso la narrazione polifonica le posizioni si moltiplicano, rappresentando con più aderenza la nostra società diversificata. Per fare questo è importante che il racconto resti sempre aperto ad altre voci: «l’ascolto proattivo diventa fondamentale e funziona quando crea fiducia, permette la gestione del conflitto, accoglie tutti i punti di vista e li mostra alla pari».

Il confronto creativo

Come facciamo, partendo dalle diverse esperienze, a costruire comunità attorno a una visione comune? Un secondo passaggio prevede il confronto creativo intorno al concetto di “futuri probabili” (se fra cinque anni non succede niente, come sarà la nostra comunità?) e “futuri desiderabili” (se tra cinque anni la nostra comunità è migliorata, cosa è cambiato?). L’elaborazione congiunta di una visione condivisa permette di passare da uno scenario all’altro e di definire in un secondo momento gli obiettivi operativi. Si tratta di un confronto creativo, molto diverso dal confronto parlamentale (basato sulle mozioni d’ordine e il diritto di contraddittorio) in cui emerge l’intelligenza plurale. «Se assumo che tu hai ragione non assumo che io ho torto»: è proprio da paradossi come questo che si nutre il confronto creativo tra punti di vista alla pari. «Nella società complessa gli antipatici sono fondamentali» e dunque anche chi dissente è molto benvenuto, purché rispetti le regole del dialogo.

Il ruolo della pubblica amministrazione nella costruzione di una comunità

Infine, come può la pubblica amministrazione contribuire alla costruzione di una comunità? Solo favorendo contesti di confronto con i cittadini, sviluppando la capacità di mutuo apprendimento e correggendosi durante il percorso. Se siamo più abituati ai facilitatori che danno voce a tutti i partecipanti, inedita è la figura del garante del diritto all’ascolto. Così la co-progettazione, in quanto processo aperto, pubblico e inclusivo, diventa uno strumento ideale per cogliere l’opportunità di entrare in prospettive diverse dalla propria.
Questo è il quadro generale entro il quale si inseriscono i Patti di collaborazione che sono «un cambiamento assolutamente rivoluzionario e fondamentale che permette un dialogo con la pubblica amministrazione. La vera rivoluzione dei Patti stabilisce che la pubblica amministrazione esca da una gabbia del diritto pubblico autoritativo».
In questo momento la sfida è di far funzionare bene una società di uguali, in cui c’è una pretesa di uguaglianza che non c’è mai stata nella storia dell’umanità.
Noi dobbiamo assolutamente avere un’amministrazione capace di promuovere la possibilità dei contesti di mutuo apprendimento fra i cittadini.

Fonte : labsus di Daniela Ciaffi – Lorena Di Maria – Giulia Marra

Amministrare in modo condiviso modifica quindi le prassi, crea alleanze che migliorano i servizi e la qualità della vita di una città, promuove il confronto e la collaborazione sulla costruzione dei percorsi.
Poi, più in profondità, trasforma e nutre l’anima di una comunità, se questa è pronta e disposta a farlo.

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Le riforme sono beni comuni. Un patto repubblicano per difenderle Martedì 8 giugno 2021, alle ore 18.00 in forma digitale

IL PUNTO DI LABSUS - Se qualcuno nel governo fosse disposto a dare fiducia ai cittadini scoprirebbe che possiamo essere alleati preziosi per la realizzazione delle riforme.                    -    di Gregorio Arena 25 Maggio 2021 -

I beni comuni sono quei beni, come l’ambiente, la salute o la legalità di cui tutti dovremmo sentirci responsabili e prenderci cura, perché da essi dipende la qualità della vita di tutti noi.
Sotto questo profilo anche le riforme della pubblica amministrazione, della giustizia, del fisco e le altre riforme a cui Draghi e i suoi ministri stanno lavorando sono beni comuni di cui tutti dovremmo sentirci responsabili, preoccupandoci della loro approvazione e poi della loro realizzazione, perché dal loro successo dipende il nostro futuro collettivo.

Martedì 8 giugno 2021, alle ore 18.00, in forma digitale, si terrà il primo appuntamento pubblico della Commissione Popolare per la legge sui beni comuni. Si tratta di un percorso aperto e plurale, avviato da persone impegnate e organizzazioni impegnate in percorsi individuali e collettivi, esperienze associative e gruppi di ricerca che si occupano di promuovere, nelle istituzioni e nelle comunità, la cultura e la pratica quotidiana della cura dei beni comuni. Ad oggi sono già 37 i diversi soggetti collettivi, locali e nazionali – tra cui Labsus – che hanno aderito e che invitano tutte le persone interessate a partecipare.

Perché una Commissione Popolare?

Esistono oggi diverse proposte di legge che mirano a riconoscere i beni comuni, tutte di iniziativa parlamentare. L’iter costituzionale prevede una discussione in Commissione parlamentare, che dovrà elaborare un testo “coordinato” tra tutte le proposte depositate per sottoporlo all’approvazione da parte delle Camere. Mai come nel discorso sui commonsil contenitore è contenuto: il limite procedurale delle precedenti proposte è stato quello di essere esito di processi limitati alla partecipazione di pochi accademici. Un approccio che le realtà aderenti alla Commissione reputano del tutto incompatibile con le intelligenze teoriche e pratiche che invece sono il corpo vivo e pensante degli avanzamenti giuridici in tema di beni comuni che si sono tradotti in proposte referendarie e legislative, delibere, regolamenti e atti amministrativi in tutto il territorio.

Come partecipare

L’invito della Commissione è rivolto a esperti/e nei campi come quelli giuridici, filosofici, economici, urbanistici, politologici, sociologici e antropologici nonché della politica e dell’attivismo sociale, rifiutando come unici criteri di selezione i titoli accademici, le qualifiche ANVUR, le affinità politico-elettorali.

Il testo integrale dell’invito a comporre la Commissione è disponibile su: https://www.commissionepopolarebenicomuni.it

Per aderire compila il form disponibile su: https://www.commissionepopolarebenicomuni.it/modulo-adesione.

Per informazioni e per partecipare all’incontro dell’8 giugno, ore 18.00, scrivere a info@commissionepopolarebenicomuni.it

Amministrare in modo condiviso modifica quindi le prassi, crea alleanze che migliorano i servizi e la qualità della vita di una città, promuove il confronto e la collaborazione sulla costruzione dei percorsi.
Poi, più in profondità, trasforma e nutre l’anima di una comunità, se questa è pronta e disposta a farlo.Fare squadra –  perché pensiamo che sia l’unico modo per crescere insieme, muovendosi su asset quali quello dell’esperienza, della competenza e del territorio.da ogni crisi, nasce un’opportunità”, siamo alla ricerca di un modo nuovo che ci permetta di raggiungere gli obiettivi.

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Ci sono molte più persone di quanto si possa pensare generose, altruiste, che aspirano ad una vita in cui possano aiutare gli altri. L’Italia e gli italiani sono un popolo grande. C’è un’Italia che si conosce poco, che esiste e resiste. A questi ci rivolgiamo con particolare attenzione.

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valutiamo qual è “il limite della nostra generosità”. . .

Amministrazione condivisa. Un prezioso lavoro preparatorio per arrivare a questa scelta di condivisione.

Raccontata in tre fasi:

1 – la prima, quella della condivisione della scelta, della formazione e della costruzione delle basi di linguaggio e di forma necessarie per dare avvio al percorso;

2- la seconda, per proporre, imparare, osare nuove e creative visioni insieme alla comunità;

3 – la terza, in cui crescere, confermare la scelta e iniziare a sperimentare.

Siamo al nostro “12 ° compleanno ” e sono davvero molte le cose che abbiamo ancora da raccontare e le riflessioni che vogliamo condividere.

Insomma, siamo qui a fare con tutti voi un bilancio generale di questa esperienza, dal punto di vista della sensibilizzazione, nonché un ragionamento su quali siano stati i vantaggi che il Comitato spontaneo ha potuto avere dall’aver intrapreso questa strada (e, come vedrete, sono davvero molti e viaggiano in profondità), ma anche su quali sono i miglioramenti che possiamo ancora costruire insieme.

Per una comunità (cittadini, amministratori, associazioni, imprese, funzionari pubblici, enti e quanti altri la compongono) avere a disposizione il Regolamento per la cura e gestione condivisa dei beni comuni significa avere uno strumento amministrativo e operativo per superare un’esperienza di collaborazione e trasformarla in una esperienza strutturata e continuativa di cura condivisa.
Si passa, dunque, dall’attivazione (più o meno occasionale) all’espressione generativa della cura verso gli altri e verso il proprio territorio, un passaggio fondamentale e delicato per riconoscere l’importanza della comunità e iniziare a sentirsi parte, riconoscendo e avendo lo spazio per esercitare il proprio ruolo agente.
Perché questo avvenga, il/la cittadino/a attivo/a, così come ogni altro/a componente dell’alleanza, deve essere nella possibilità di camminare su questa strada collaborativa, di comunione, e di vedere e apprezzare il tragitto fatto insieme. Si deve passare cioè dalla convinzione e dalla consapevolezza della “buona azione” a quella della “capacità di trasformazione”, a quella del prendere forma in un’altra dimensione che è quella comunitaria. Questo prendere forma e quindi formarsi e con-formarsi è l’elemento di vera rivoluzione del nostro attuale sistema.

Diversamente da quanto può richiamare l’associazione lessicale al termine “conformismo”, il riconoscersi in un’entità plurima non è l’appiattirsi ad un modello unico di stile di vita ma un continuo stimolo ad accogliere ciò che è altro o diverso da sé, una continua sfida al cambiamento, all’innovazione, all’evoluzione.

È ciò che ci mette personalmente in sicurezza perché, come gli atleti che si preparano per le loro sfide sportive, così come cittadini siamo allenati alle continue trasformazione che la vita e il mondo ci pongono e ci offrono.
Amministrare in modo condiviso modifica quindi le prassi, crea alleanze che migliorano i servizi e la qualità della vita di una città, promuove il confronto e la collaborazione sulla costruzione dei percorsi.
Poi, più in profondità, trasforma e nutre l’anima di una comunità, se questa è pronta e disposta a farlo.

Fare squadra –  perché pensiamo che sia l’unico modo per crescere insieme, muovendosi su asset quali quello dell’esperienza, della competenza e del territorio.

da ogni crisi, nasce un’opportunità”, siamo alla ricerca di un modo nuovo che ci permetta di raggiungere gli obiettivi.

l progetti nascono dalle idee di affrontare problemi reali con iniziative attive ed atteggiamento positivo - proattivo - collaborativo.

 

L’Italia ha bisogno di cittadini attivi, responsabili e solidali.
Da soli non ci si salva !!     
Ogni scelta modella la nostra vita.
Diventiamo consapevoli delle nostre scelte.
Con il buonsenso possiamo costruire le condizione per condivisione e meritocrazia.      
 Accelerare l’innovazione e sviluppare Il buon senso di reciprocità . .
Cerchiamo volonterosi per costruire un pezzo di mondo migliore, una piccola Comunità impegnata ad inventare nuovi modi di pensare, abitare e vivere, aprirsi al lavoro produttivo.
Hai idee e progetti da proporre ? 
Aiutiamoci a farli partire ! . . .
Creare una squadra di persone curiose, creative ed intraprendenti che prima di tutto vogliono scoprire il mondo e fornire le migliori risposte ai problemi che incontrano.
E’ IL NOSTRO SOGNO ED OBIETTIVO ! ! ! . . .
CURIOSI - CREATIVI - INTRAPRENDENTIATTIVI NEL REALIZZARE
Svolgimento di più funzioni contemporaneamente. 
Puntiamo sul metodo Multitasking .
Dalle visioni alle strategie, dalle strategie ai progetti - alle realizzazioni.
Organizzazione no profit  per l’evoluzione sociale:
LOTTIAMO PER LA SOPRAVVIVENZA NON PER LA LOTTA DI CLASSE ! . . .
Se sei interessato/a a far parte della squadra  fine pagina trovi - lascia una risposta - scrivi i tuoi riferimenti - ti contatteremo.
Ci sono molte più persone di quanto si possa pensare generose, altruiste, che aspirano ad una vita in cui possano aiutare gli altri. L’Italia e gli italiani sono un popolo grande. C’è un’Italia che si conosce poco, che esiste e resiste. A questi ci rivolgiamo con particolare attenzione.

– tel. mobile 347-4629179  e-mail : comitato@trazzeramarina.it  www.trazzeramarina.it


 

input per amministratori pubblici tutti . . .

Speriamo che avrete letto nei ns continui messaggi di promozione sociale qualcosa che riproponiamo e condividiamo . . .

Labsus, il Laboratorio per la sussidiarietà, ha un obiettivo ben preciso, fondato su una certezza. La certezza è che le persone sono portatrici non solo di bisogni ma anche di capacità e che è possibile che queste capacità siano messe a disposizione della comunità per contribuire a dare soluzione, insieme con le amministrazioni pubbliche, ai problemi di interesse generale.

Questa certezza ha trovato conferma nella legge di revisione costituzionale che nel 2001 ha introdotto nella Costituzione il principio di sussidiarietà orizzontale, con questa formulazione: “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà” (art. 118, ultimo comma). La nuova norma, riconoscendo che i cittadini sono in grado di attivarsi autonomamente nell’interesse generale e disponendo che le istituzioni debbano sostenerne gli sforzi in tal senso, conferma appunto sia che le persone hanno delle capacità, sia che possono essere disposte ad utilizzare queste capacità per risolvere non solo i propri problemi individuali, ma anche quelli che riguardano la collettività.

Se questa è la certezza di fondo che ci ispira, allora è chiaro anche il nostro obiettivo: far sapere al maggior numero possibile di persone che nella nostra Costituzione c’è questa grande novità rappresentata dal principio di sussidiarietà e che questa novità può cambiare il loro modo di stare, come cittadini, in questa società. Pochi, infatti, si sono accorti delle enormi potenzialità di questo nuovo principio. E, fra quei pochi, ce ne sono alcuni che ne danno un’interpretazione riduttiva, in negativo, secondo la quale se i privati si attivano il pubblico deve ritrarsi, come se la presenza dei soggetti pubblici in certi settori fosse un male da sopportare in mancanza di meglio.

Non è questa la nostra idea di sussidiarietà. Non solo perché, sia pure con tutti gli aggiustamenti necessari, il ruolo dei soggetti pubblici nel garantire i diritti civili e sociali riconosciuti dalla Costituzione rimane essenziale. Ma soprattutto perché la vera essenza della sussidiarietà non sta tanto nel fungere da principio regolatore dei confini fra una sfera pubblica ed una privata considerate fra loro ineluttabilmente confliggenti, quanto nell’essere la piattaforma costituzionale su cui costruire un nuovo modello di società caratterizzato dalla presenza diffusa di cittadini attivi, cioè cittadini autonomi, solidali e responsabili, alleati dell’amministrazione nel prendersi cura dei beni comuni.

E’ un modo di essere cittadini del tutto nuovo e finora irrealizzabile, perché l’ordinamento non consentiva ai cittadini comuni di occuparsi della cosa pubblica pur continuando ad essere semplici cittadini. Anzi, era considerata assurda la sola idea che un cittadino, senza iscriversi ad associazioni di volontariato o similari, potesse in quanto tale avere la voglia e le capacità per prendersi cura dei beni comuni insieme con altri cittadini e con l’amministrazione.

Oggi questa assurda idea sta nella Costituzione. E noi vogliamo che il maggior numero possibile di cittadini italiani si mobiliti, sulla base di una idea di “sussidiarietà responsabile”, per contribuire alla rinascita del Paese.

Per questo abbiamo creato Labsus, che è un vero e proprio Laboratorio per l’attuazione del principio di sussidiarietà, dove elaboriamo idee, raccogliamo esperienze e materiali di ogni genere, segnaliamo iniziative. E tutto questo lo facciamo da volontari, anzi, meglio, da cittadini attivi, impegnando tempo ed energie senza ricevere compensi di tipo materiale ma traendone invece molte soddisfazioni sul piano della realizzazione personale.

Sappiamo infatti che quello che stiamo facendo, sia pure con le nostre forze limitate, è utile ed è destinato a cambiare radicalmente le forme della cittadinanza in Italia, con effetti al momento imprevedibili ma sicuramente incisivi dal punto di vista della realizzazione di una maggior democrazia sostanziale, del miglioramento della convivenza civile, delle condizioni materiali di vita.

Chi vuole battersi con noi per questi obiettivi è benvenuto in Labsus.

Fonte : labsus.org

Questa è ANCHE ! una condivisione del  COMITATO SPONTANEO TRAZZERA MARINA .

Fare squadra –  perché pensiamo che sia l’unico modo per crescere insieme, muovendosi su asset quali quello dell’esperienza, della competenza e del territorio.

da ogni crisi, nasce un’opportunità”, siamo alla ricerca di un modo nuovo che ci permetta di raggiungere gli obiettivi.

l progetti nascono dalle idee di affrontare problemi reali con iniziative attive ed atteggiamento positivo - proattivo - collaborativo.

 

 

L’Italia ha bisogno di cittadini attivi, responsabili e solidali.
Da soli non ci si salva !!     
Ogni scelta modella la nostra vita.
Diventiamo consapevoli delle nostre scelte.
Con il buonsenso possiamo costruire le condizione per condivisione e meritocrazia.      
 Accelerare l’innovazione e sviluppare Il buon senso di reciprocità . .
Cerchiamo volonterosi per costruire un pezzo di mondo migliore, una piccola Comunità impegnata ad inventare nuovi modi di pensare, abitare e vivere, aprirsi al lavoro produttivo.
Hai idee e progetti da proporre ? 
Aiutiamoci a farli partire ! . . .
Creare una squadra di persone curiose, creative ed intraprendenti che prima di tutto vogliono scoprire il mondo e fornire le migliori risposte ai problemi che incontrano.
E’ IL NOSTRO SOGNO ED OBIETTIVO ! ! ! . . .
CURIOSI - CREATIVI - INTRAPRENDENTIATTIVI NEL REALIZZARE
Svolgimento di più funzioni contemporaneamente. 
Puntiamo sul metodo Multitasking .
Dalle visioni alle strategie, dalle strategie ai progetti - alle realizzazioni.
Organizzazione no profit  per l’evoluzione sociale:
LOTTIAMO PER LA SOPRAVVIVENZA NON PER LA LOTTA DI CLASSE ! . . .
Se sei interessato/a a far parte della squadra  fine pagina trovi - lascia una risposta - scrivi i tuoi riferimenti - ti contatteremo.
Ci sono molte più persone di quanto si possa pensare generose, altruiste, che aspirano ad una vita in cui possano aiutare gli altri. L’Italia e gli italiani sono un popolo grande. C’è un’Italia che si conosce poco, che esiste e resiste. A questi ci rivolgiamo con particolare attenzione.

– tel. mobile 347-4629179  e-mail : comitato@trazzeramarina.it  www.trazzeramarina.it